Milena Zanna
Assessora Politiche Sociali
Comune di Valsamoggia
Presentazione
Tornavo a casa il sabato pomeriggio e ripartivo il lunedì mattina alle cinque, per arrivare in tempo per l’inizio delle lezioni… Partivo con una valigia piena di libri e di vestiti, ero sempre carica di pesi e di corsa… e sono due tratti che mi sono rimasti… una vita carica di impegni e la tendenza a fare le cose molto in fretta… che nel mio ruolo di oggi è un grande peso, se si considera che nel pubblico le cose sono eterne, cominciano e non se ne vede la fine. A scuola ero sempre la prima a farmi interrogare, volevo fare sempre tutto subito ed ero sempre troppo in anticipo, e oggi vivo con fatica i tempi lunghi dell’amministrazione.
Milena Zanna nasce a Bologna il 7 maggio 1967 e vive la maggior parte della sua vita tra Savigno e Castelletto.
I genitori, entrambi di Savigno, hanno un podere sulla collina appena a ridosso del paese. Il padre è coltivatore diretto, la mamma è magliaia. Sono entrambi molto presenti, sia fisicamente che affettivamente, e la casa è il contesto nel quale cresce anche in Milena il senso della famiglia, della cura degli altri, della dedizione al lavoro. “Ho ereditato dai miei genitori la semplicità, l’impegno e il desiderio di dedicarmi al prossimo, di aiutare chi ha bisogno”.
Il percorso scolastico di Milena comincia a Savigno, nella Scuola Materna parrocchiale, e continua nelle Elementari e nelle Medie del paese. La Scuola Superiore è la prima occasione di migrazione. Milena si iscrive all’Istituto Rosa Luxemburg di Bologna (ramo Perito Aziendale e Corrispondente in lingue estere) e si trasferisce in città.
“Fino ai tredici anni ho vissuto una vita nello stile del secolo scorso, oltre alla Scuola Materna frequentavo dalle suore anche attività pomeridiane di ricamo e lavoretti vari… insomma, ero una ragazzina molto paesana… e quando dovetti cominciare la Scuola Superiore fu un trauma. Non ero mai stata a Bologna da sola e quando, il primo giorno, trovata a fatica la Scuola, mi dissero che la mia sezione era in una sede distaccata, e piuttosto lontana, fui tentata di ritirarmi. Fu mia madre allora a insistere. Mi disse che non dovevo restare al suo livello, che aveva potuto fare solo la quinta Elementare, e che a Scuola ci dovevo andare. Mi era sempre piaciuto studiare e così, dopo il primo mese di disorientamento, mi ripresi e proseguii”.
Per tutti gli anni della Scuola Superiore, Milena vive presso il convitto delle suore di Santa Elisabetta in Via Nosadella a Bologna.
“Dormivamo in quattro in una camera… un’amica di Savigno, che faceva il secondo anno, e altre due ragazze, con le quali sono rimasta fino al penultimo anno… Tornavo a casa il sabato pomeriggio e ripartivo il lunedì mattina alle cinque, per arrivare in tempo per l’inizio delle lezioni… Partivo con una valigia piena di libri e di vestiti, ero sempre carica di pesi e di corsa… e sono due tratti che mi sono rimasti… una vita carica di impegni e la tendenza a fare le cose molto in fretta… che nel mio ruolo di oggi è un grande peso, se si considera che nel pubblico le cose sono eterne, cominciano e non se ne vede la fine. A scuola ero sempre la prima a farmi interrogare, volevo fare sempre tutto subito ed ero sempre troppo in anticipo, e oggi vivo con fatica i tempi lunghi dell’amministrazione”.
Milena frequenta con profitto i cinque anni di Scuola Superiore, ma l’amore per lo studio e i buoni risultati conseguiti non le valgono l’opportunità di continuare.
“Avrei voluto iscrivermi all’Università, alla Facoltà di Giurisprudenza, ma vinsi un concorso al Pubblico Registro Automobilistico e dopo poco rimasi incinta e questo mi portò su altre strade. Ho sempre pensato che se dovevo fare una cosa dovevo farla bene e preferii dedicarmi a mio figlio e al lavoro, anche se il fatto di non aver fatto l’Università è sempre rimasta per me una cosa incompiuta, di cui ho sofferto e che mi ha penalizzato nella carriera lavorativa. Ma al tempo stesso sono contenta di avere avuto mio figlio e di averlo seguito da vicino”.
La vita lavorativa di Milena comincia come segretaria a tempo determinato in uno studio di avvocato. Nel 1988 è assunta al Pubblico Registro Automobilistico dove svolge inizialmente attività di segreteria, amministrativa e del personale, e successivamente è impiegata presso l’Ufficio Assistenza Bollo dove si occupa di esenzioni, rapporti con la Regione, con le agenzie territoriali e delle pratiche date in gestione alle delegazioni.
Nel 1998 partecipa e vince un concorso per impiegato contabile bancario presso la Cassa di Risparmio di Vignola e viene assegnata alla sede di Castelletto. Licenziatasi dal Pubblico Registro Automobilistico, lavora per due anni e mezzo come impiegata, fino a che, le condizioni di lavoro impossibili, la costringono a licenziarsi e a fare domanda di reintegrazione al Pubblico Registro Automobilistico (2001). In attesa del reintegro viene chiamata a lavorare presso il Comune di Castello di Serravalle a supporto dell’Ufficio Anagrafe impegnato, a distanza di pochi mesi, nella gestione delle elezioni politiche e di quelle amministrative.
“Andai in Comune per fare un documento, era un venerdì mattina, e mi chiesero cosa facevo lì, a quell’ora, che avrebbe dovuto essere orario di lavoro. Dissi che mi ero appena licenziata e che aspettavo di essere reintegrata al Pubblico Registro Automobilistico. Il lunedì mattina ero dietro lo sportello dell’Ufficio Anagrafe. Era giorno di mercato e una signora, che era cliente della Banca entra, mi guarda e poi mi dice… ‘Ma non volevo mica venire in Banca…’. Da lì passai a lavorare al Comune di Savigno, per qualche mese, e poi fui richiamata dal Pubblico Registro Automobilistico, prima presso la sede di Modena e poi di nuovo a Bologna”.
Milena è tutt’oggi dipendente del Pubblico Registro Automobilistico, totalmente distaccata dal 2009 al 2011, a seguito dell’elezione a Sindaca del Comune di Castello di Serravalle.
“I primi due anni ne ho avuto bisogno, perché dovevo imparare tutto e avevo bisogno di tempo e di concentrazione, poi, compresa una serie di meccanismi e rendendosi necessari dei risparmi sul Bilancio, ho fatto la scelta di tornare al lavoro (che per il nostro piccolo Comune ha significato un risparmio di 20.000 euro annui) e di occuparmi dell’attività amministrativa il pomeriggio, la sera e nei giorni di permesso”.
L’impegno politico comincia per Milena con la legislatura 2005-2009.
“Un membro della precedente amministrazione mi chiese se volevo candidarmi per l’elezione del nuovo Consiglio comunale. Mi disse che volevano fare una lista di uomini e di donne di diverse età e di diverse estrazioni e io accettai. Pensavo però di sostenere la lista, e non di essere eletta, e invece ottenni molti voti, senza fare neanche campagna elettorale”.
Consigliera per cinque anni, è chiamata dal Sindaco a partecipare al processo di costruzione di ASC InSieme. Insieme a lui frequenta le riunioni del Comitato di Distretto dove assiste al dibattito relativo alla costituzione e alla nomina della Direttora.
“Partecipare a quegli incontri è stato per me importantissimo. Ho capito che dietro i Servizi c’è un lavoro enorme di concertazione e di programmazione che impegna tutto uno staff di persone, ben al di là di quello che è possibile immaginare quando si utilizza un Servizio”.
Finito il mandato viene chiesto a Milena di candidarsi a Sindaca.
“Rimasi sorpresa perché proprio non me lo aspettavo e mi tornò in mente un episodio di due anni prima che mi aveva molto colpita… Una volta che ero andata a presenziare a un’iniziativa al posto del Sindaco, con la fascia tricolore, mia madre, che mi aveva vista così, mi aveva detto d’impulso: ‘La prossima volta il Sindaco lo fai tu…’. Quando mi chiesero se volevo candidarmi, mi venne questo flash… mia madre era morta da poco, per me era un periodo un po’ particolare, un momento di ripiegamento… ma dissi: ‘Va bene, ci provo’. Partecipai alle primarie del PD, che vinsi, e poi alle elezioni”.
Dal 2019 Milena è Vicesindaca del Comune di Valsamoggia con deleghe al Bilancio, Tributi, Controllo di gestione, Patrimonio, Personale, Politiche Sociali e Sanitarie.
Oggi Milena vive a Castelletto con il marito e il figlio Gianluca (1987).
Autovalutazione
Ormai la maggior parte dei problemi richiede soluzioni che vanno ben oltre il confine dei nostri singoli Comuni. Attraverso la fusione realizzata e la nascita del Comune di Valsamoggia questa consapevolezza inizia a diventare patrimonio anche dei cittadini e delle cittadine del territorio. A distanza di cinque anni si vedono gli ottimi risultati raggiunti, più Servizi, scuole nuove, aumento delle persone residenti, nascita di poli industriali, più lavoro e sono fiera di essere stata partecipe e autrice di questo cambiamento non facile da attuare e comprendere. Tanto resta da fare per rendere più attrattivo il nostro territorio. Migliorare la vivibilità dona energia e voglia per continuare insieme a chi, come me, ha creduto a questa idea di futuro.
Quanto senti politicamente di riuscire a mantenere e consolidare relazioni?
“La condivisione per me è molto importante. La possibilità di raggiungere gli obiettivi che ci fissiamo come amministrazione dipende in gran parte dalla condivisione. Nelle relazioni con gli altri mi sento molto capace e la conferma mi è data dalle risposte positive della maggior parte delle persone con cui ho a che fare e dal buon clima, sia con gli altri politici, sia con i dipendenti, sia con i cittadini”.
Quanto senti politicamente di riuscire a gestire conflitti?
“Non mi faccio prendere quasi mai dall’istinto e sono convinta che portare al ragionamento sia il modo migliore per affrontare i conflitti. Nelle situazioni nuove, come è stata per me l’esperienza di Sindaca, cerco sempre di mettermi nei panni degli altri, di capire che ci sono abitudini consolidate che non è facile modificare e di trovare il giusto equilibrio tra innovare e conservare, senza mettere gli uni contro gli altri, cercando sempre la mediazione”.
Quanto senti politicamente di riuscire a comunicare?
“Sento di riuscire a comunicare abbastanza efficacemente. Sentire quello che dico ed esprimerlo con semplicità sono i miei principi. E poi, dire solo quello di cui sono sicura. Se mi vengono chieste cose che non so preferisco dire: ‘Mi informo e poi ti so dire’. Preferisco una comunicazione attenta e riflessiva a una comunicazione immediata”.
Quanto senti politicamente di riuscire a risolvere problemi?
“Dipende se posso risolverli con le mie possibilità o devo coinvolgere altri. Ormai la maggior parte dei problemi richiede soluzioni che vanno ben oltre il confine dei nostri singoli Comuni. Attraverso la fusione realizzata e la nascita del Comune di Valsamoggia questa consapevolezza inizia a diventare patrimonio anche dei cittadini e delle cittadine del territorio. A distanza di cinque anni si vedono gli ottimi risultati raggiunti, più Servizi, scuole nuove, aumento delle persone residenti, nascita di poli industriali, più lavoro e sono fiera di essere stata partecipe e autrice di questo cambiamento non facile da attuare e comprendere. Tanto resta da fare per rendere più attrattivo il nostro territorio. Migliorare la vivibilità dona energia e voglia per continuare insieme a chi, come me, ha creduto a questa idea di futuro”.
Quanto peso politico senti di avere?
“Penso di avere un peso locale, ma non nel territorio più vasto con il quale ci dobbiamo confrontare per amministrare bene”.
Quanta leadership senti di avere?
“Dipende dalle situazioni… Se ci sono degli obiettivi che sento di dover raggiungere, obiettivi importanti e giusti, mi viene la forza di trainare gli altri. Se penso che una cosa debba essere sostenuta, non ho problemi a bussare a tutte le porte necessarie. Non sono una persona che si tira indietro e, nonostante sia consapevole di avere un ruolo di secondo piano nelle situazioni che contano, non sono una persona succube degli altri. A volte mi piacerebbe avere un po’ più di autorità… che poi diventa autorevolezza, se riesci a governarla… ma nella dose giusta, senza che diventi strafottenza e voglia di dominare gli altri”.Riflessione
Per omogeneità intendo la modalità migliore per dare risposte al bisogno. Sia in termini di idoneità, che in termini di economicità. Penso anche che per raggiungere omogeneità di risposta sia necessaria una certa elasticità mentale: condividere delle buone pratiche senza essere rigidi, essere capaci di calare i principi nelle diverse realtà locali, saper conciliare visione di sistema e pratica quotidiana. Quello che oggi ci sembra giusto, infatti, potrebbe non esserlo più domani. Agire schematicamente può essere improduttivo, mentre si può essere omogenei anche nella differenza e ammettendo la possibilità di modificare la propria azione in corso d’opera.
Qual è la tua idea di sovracomunalità?
“La sovracomunalità si realizza quando si riesce a costruire qualcosa insieme, a partire da una visione ampia del territorio, dei suoi problemi e delle sue risorse”.
Qual è la tua idea di sussidiarietà?
“La sussidiarietà è la capacità di essere complementari, di riuscire a lavorare insieme agli altri”.
Qual è la tua idea di solidarietà?
“Solidarietà è la capacità di sentire i problemi degli altri come se fossero tuoi e la disponibilità a essere di aiuto nel risolverli. Alla base del principio di solidarietà sta la considerazione che se oggi sei in situazione di benessere, domani potresti essere in una situazione di difficoltà. La solidarietà si realizza dove c’è una rete capace di leggere bisogni e disponibilità in una visione di insieme”.
Qual è la tua idea di omogeneità?
“Per omogeneità intendo la modalità migliore per dare risposte al bisogno. Sia in termini di idoneità, che in termini di economicità. Penso anche che per raggiungere omogeneità di risposta sia necessaria una certa elasticità mentale: condividere delle buone pratiche senza essere rigidi, essere capaci di calare i principi nelle diverse realtà locali, saper conciliare visione di sistema e pratica quotidiana. Quello che oggi ci sembra giusto, infatti, potrebbe non esserlo più domani. Agire schematicamente può essere improduttivo, mentre si può essere omogenei anche nella differenza e ammettendo la possibilità di modificare la propria azione in corso d’opera”.
Qual è la tua idea di condivisione/differenziazione?
“La condivisione riguarda i principi e gli obiettivi, la differenziazione il modo di perseguirli, nelle forme più razionali, più corrette e più economiche per ciascun Comune”.
Quanto senti significative e incisive le Politiche di Pari Opportunità all’interno di ASC InSieme?
“Ritengo le Politiche di Pari Opportunità estremamente significative e incisive all’interno di ASC… perché l’attenzione alle diverse esigenze degli utenti è molto forte, così come l’attenzione a dare risposte personalizzate, cercando di interpretare le procedure nel modo più rispondente ai bisogni reali delle persone.
Anche l’impegno ad affrontare le difficoltà di Bilancio dei singoli enti, per poter garantire equità di risposte per tutti i cittadini, lo considero un principio di Pari Opportunità, a partire dal rapporto tra i Comuni. La meta di un unico Bilancio, che superi i limiti economici dei singoli Comuni, è un obiettivo politico importante per il mantenimento della qualità dei Servizi Sociali e l’impegno di ASC ad economizzare, senza allontanare i Servizi dai cittadini, va in questa direzione”.